Rivian: come una società di furgoni elettrici è arrivata a valere più di Volkswagen e General motors

Rivian: come una società di furgoni elettrici è arrivata a valere più di Volkswagen e General motors


di Daniele Monaco

Un nuovo concorrente si è aggiunto nella competizione tra le maggiori case automobilistiche quotate al mondo: è Rivian, compagnia di veicoli elettrici fondata da Robert J. Scaringe in California nel 2009 e sbarcata sul Nasdaq il 10 novembre scorso con un exploit del 50% all’apertura delle negoziazioni. Da quel momento il titolo ha continuato a salire nel corso della prima settimana, fino a una capitalizzazione di 149,3 miliardi di dollari martedì, con il titolo quotato a 172,01 dollari. Rivian è già al terzo posto nel mondo dopo Tesla (mille miliardi) e Toyota (255,5 miliardi), ma prima di costruttori storici come Volkswagen (140 miliardi) e General Motors (86 miliardi).

Eppure, la compagnia si trova ancora in una fase di lancio. La produzione di massa non è ancora iniziata e la stima di perdite per il trimestre finito a settembre è di 1,28 miliardi di dollari, a fronte di solo un milione di dollari di ricavi, come indicato nel prospetto consegnato alla Sec (l’autorità di controllo della Borsa negli Stati Uniti). I modelli di veicoli previsti sono tre: furgoni per la consegna (Edv), pickup (R1T) e Suv a sette posti (R1S). Rivian prevede di produrre nello stabilimento di Normal (Illinois) i primi 10 Edv entro fine anno, ha iniziato a produrre gli R1T nello scorso trimestre (da cui il dato sulle perdite), e infine il Suv verrà assemblato solo a partire da dicembre.

Il progetto tuttavia ha conquistato la fiducia degli investitori, convinti a investire sul titolo (78 dollari prima del debutto in Borsa), sebbene sul settore incombano la crisi dei chip e i problemi logistici nella consegna delle forniture ai porti. Il maggior azionista della società è Amazon, con una quota del 20%. La compagnia guidata da Andy Jassy ha già ordinato 100mila Edv per il 2030 ed entro il prossimo anno prevede di averne 10mila in circolazione, per ridurre le emissioni. Anche Ford è presente nel capitale societario, con un investimento strategico del 5%.

Rivian afferma inoltre di avere già un portafoglio ordini di 55.400 veicoli tra pickup (il costo di partenza sarà 67.500 dollari) e Suv nel Nord America, consegna prevista nel 2023. La capacità dell’impianto di produzione è stimata in 150mila veicoli all’anno, ma già si parla di un investimento da 5 miliardi di dollari per un secondo stabilimento, probabilmente in Georgia, in modo da sfornare 200mila vetture nel 2023. Il nuovo capitale raccolto nel corso dell’offerta pubblica iniziale è stato d’altronde di 12 miliardi di dollari.

Il piano di Biden

Su tutto questo, si aggiungono altri fattori che giocano a favore della mobilità elettrica. Una recente stima di Ihs Markit prevede un aumento di veicoli elettrici in circolazione negli Stati Uniti da 1,5 milioni di unità a 9,3 milioni entro il 2026. Il piano Infrastrutture da 1.200 miliardi di dollari appena approvato dalla Camera dei rappresentanti destina 7,5 miliardi all’installazione di 400mila stazioni di ricarica elettrica aggiuntive in tutto il paese, nonostante la maggioranza sarà di “Livello 2” ossia a ricarica lenta: una capacità di 40 chilometri in un’ora, secondo un report di The Verge.

L’amministrazione Biden però ha in serbo un ulteriore programma di incentivi e sussidi al settore da 50 miliardi di dollari attraverso il piano Build back better. La proposta (che dovrà mettere d’accordo i due rami del Parlamento americano) include crediti d’imposta fino a 12.500 dollari per chi acquista un’auto elettrica costruita negli Stati Uniti; compensazioni fiscali fino al 30% per l’acquisto di veicoli elettrici commerciali; 3,5 miliardi di dollari per convertire e rimodernare gli stabilimenti già presenti sul territorio; altri 3 miliardi di prestiti per lo sviluppo di tecnologie avanzate; il rilancio di incentivi che potrebbero generare fino a 3,7 miliardi per il comparto e tanto altro.



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www.wired.it
2021-11-17 15:28:39

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